Zone di ripopolamento

Nel nostro bacino vi sono zone cosiddette “bandite” dove vige il divieto assoluto di pesca, esse sono contrassegnate nelle nostre mappe tipicamente in rosso, mentre sul posto sono tabellate con le tabelle gialle. Il divieto di pesca può essere imposto per diversi motivi, uno tristemente noto è per la difesa delle strutture idrauliche, come i manufatti costruiti sul corso del torrente per centraline elettriche o prese di irrigazione, nel raggio di 10 metri da questi, a seconda della struttura.

Altre zone invece per caratteristiche e conformazione sono inserite in carta ittica come zone a riposo biologico, dove un’eventuale popolazione ittica si sviluppa da sola, senza immissione o prelievo, in particolare alcune “vaiòle” del comprensorio di Recoaro Terme.

Alcune zone sono state introdotte in via sperimentale come zone di ripopolamento o di accrescimento, dove si trasferiscono solamente avannotti o esemplari giovanissimi e si lasciano crescere con quello che porta la corrente. Sempre in coordinamento con gli enti preposti in Regione per l’inquadramento nella carta ittica reigonale.

Di fatto queste zone di divieto possono sembrare un fastidio per il pescatore, ma dai nostri rilievi sul campo abbiamo visto che fanno da incubatoio (in gergo tecnico ‘nursery’) e in quanto non contingentate quando l’ittiofauna che vi si sviluppa all’interno raggiunge un’alta densità tende ad uscirne e andrà a popolare, naturalmente, le zone confinanti. Spesso gli esemplari fuoriusciti catturati in zona ‘normale’ sono ben riconoscibili e dalla fisionomia superiore rispetto al pronta pesca. Sono quindi delle zone di particolare importanza per l’attività alieutica.

Alcune si trovano in posti molto speciali, ad esempio nel laghetto dei cigni di parco Fortuna a Recoaro, recentemente ripulito dopo la colata di detriti del 17 aprile. 

Aggiornato: 2 luglio 2025